NIENTE E’ X SEMPRE

Niente è per sempre. Non  è immutabile la (v)eterosessualità obbligatoria e normalizzante, non lo è il patriarcato, non lo è il modo claustrofobico di approcciarsi alla sessualità. Sta ai percorsi di ognun@, individuali e collettivi, con i propri tempi e le proprie modalità, ribaltare le (vecchie) logiche sempre più dominanti, e immaginare e provare a sperimentare, al loro posto, qualcosa di nuovo. Questo lo sosteniamo da “sempre” , ma  le trasformazioni che avvengono intorno a noi non sempre vanno nella direzione voluta; capita a volte che con un sol tratto, magari con una semplice firma posta su una delibera comunale, con una denuncia delle forze dell’ordine, o con una manovra mediatica, si vogliano cancellare o stravolgere esperienze, spazi, pratiche politiche. Anche in questi casi ribaltare le (semprevecchie) logiche dominanti dipende da noi. Non per difendere il presente, men che mai il passato, ma per avere gli strumenti per diffondere il futuro. E gli strumenti possono anche essere quelli efficaci di “sempre”: solidarietà, complicità, sorellanza.
Niente è per sempre. Voler fissare dei per-sempre  in paradisi e inferni è un modo per fissarli nella società ed estinguerne la mutevolezza e variabilità evoluzionistiche, rendendoci dominabili in saecula saeculorum.  Passano i secoli e i potenti adattano per noi vecchi miti a nuovi personaggi in modo da mantenere il sistema di controllo che le religioni gettano su credenti (e non credenti) come una gabbia, in un tremendo tramandarsi di leggi e minacce divine che veramente sembra reiterarsi all’infinito. Eppure la storia delle religioni stesse mostra le proprie falle quando ci si accorge che Gesù è plasmato su Prometeo, Mosè su Minosse, ecc..Così si svelano le trame di bugie, e i tentativi di storicizzare le favole religiose mostrano il proprio limite.
Niente è per sempre, neanche l’attitudine a figliare a piu non posso che ci ha preservati come specie per millenni ma che oggi minaccia la nostra estinzione per sovrappopolazione, neanche quello che ci è stato inciso nella mente dall’infanzia e di conseguenza ci appare vero e immutabile senza doverlo ri-ragionare, neanche il dominio sul pensiero e sul corpo, che possono essere reinventati e liberati .
Niente è per sempre, ma sta a noi decidere che il futuro non sia più quello di una volta. E che sia meglio, favolosamente meglio!

FrangettEstreme presenta:

“NIENTE E’ PER SEMPRE”

Venerdì 29/04/11 @ seXM24, via Fioravanti 24 BO

:::Serata di autofinanziamento BARATTOLO PRIDE:::


Dalle 22.30 – ingresso 3 euro:

Zona Olimpo Overground:

:: DIVINITY DEATH MATCH: scontri tra religioni (performance)
:: CASCAO & LADY MARU live (etno disco punk)
:: ST.ROBOT  (La Roboterie)
:: ALEK T (La Roboterie)

Zona Ade(laide) Undeground:

:: Un macello di sangue (mostra fotografica di Luca Gaetano)
:: JAY DIES FOR FRIES live (funky glitch)
:: SOROTON (bestiastrana)
:: KAPS (zoccol@ dura del movimento)
:: SUOR BRACIOLA (balli lenti di gruppo)

frangetteestreme.noblogs.orgbarattolopride.wordpress.comecn.org/xm24

::guarda lo spot su Archive: spot_frangette.mov

Cascao & Lady Maru (etno disco punk)
http://soundcloud.com/lady-maru-cacao

Provengono dalla scena post punk wave romana, Maru nelle sue vicissitudini ha suonato nei Dance Club in giro per il mondo, è cultrice della musica come performance, leggerezza e vitalità, Cascao è un ballerino, cameriere e produttore di dimensioni interessanti. Spesso sono accompagnati dai loro video irriverenti e sono prodotti da Rodon (Gamma Rec).

Jay Dies For Fries (funky glitch )

Gunter Adler, nato nel 1969 e cresciuto a Aachen, Germania. All’età di 17 anni comincia la sperimentazione con suoni sintetici (commodore 64, all data lost). Ad Amburgo studia fisica, filosofia e storia dell’arte. Dal 1992 al 1996 lavora sotto il nome d’arte di ANUBIS. Lavora alla sua prima installazione sonora e nel ’98 co-fonda la Groenland Orchester con Gunter Reznicek. Inventa il suo alter ego Gunter Adler e rilascia il suo debutto da solista “15 electronic pieces” con Staubgold. Fonda il progetto noise-pop Aeprom & Beprom con Sarah Bogner nel 2006. Scrive colonne sonore per i film muti “Alice in wonderland” e “Berlin – Symphony of a great city” in collaborazione con Ensamble Integrales.

http://gunter-adler.de/
http://soundcloud.com/jay_dies_for_fries

La Roboterie (teknoelettroproject)
La Roboterie è un progetto alimentato elettricamente che rompe i confini tra musica e arte, volontà e istinto, esseri robotici ed essere umani, per diventarne, nell’oscurità, il punto d’intersezione. Prende vita nei sobborghi di Roma dopo una gestazione berlinese che ne dà l’imprinting musicale, e milanese, che ne rende forma e immagine. Il passaggio estetico che attraversa, innestandoli, gli archetipi robotici dall’immaginario ludico e rassicurante dei robot di latta anni ’50 a quello più misterioso, seducente e a tratti ansiogeno dei cyborg, intenti a costruire un futuro a propria immagine e somiglianza. La Roboterie è l’occasione notturna che tutti i robot aspettavano per esprimere, tra echi metallici e suoni sintetici, una sfumatura della loro anima bionica vissuta sempre tacitamente: la loro femminilità. Nelle notti de La Roboterie, attraverso i suoi molteplici modi espressivi – musica tekno ed elettronica, art show, installazioni video, performance – si insinua un rapporto sempre più intimo e complice tra carne e metallo.Il rapporto semantico tra umano e macchina e tra pensante e pensato viene messo in discussione da una reciproca contaminazione: i robots sono sempre più umani e gli umani sono sempre più robots.
http://www.laroboterie.info/

St.Robot
St.Robot è colui che ha assemblato i circuiti, riattivato i sensori e agito sugli acceleratori di velocità per dare vita a La Roboterie, teknoelettroproject, attualmente un’importante realtà nel panorama della musica elettronica del nostro paese. In soli due anni la sua musica ha contagiato le dancefloor di tutto il paese. La sua volontà di rompere i confini che dividono i differenti generi, l’attitudine nel cercare insistentemente la qualità musicale, l’attenzione rivolta al pubblico che sempre più numeroso lo segue in ogni sua singola esibizione hanno reso St. Robot in poco più di due anni di attività uno dei nomi più conosciuti e importanti della scena elettro italiana. Con i bpm sempre altissimi, mischiando la tekno più dura al breakbeat, il fidget all’elettronica più acida, i suoi set riescono sempre ad essere sorprendenti. Ha diviso la consolle con alcuni tra i nomi più importanti della musica elettronica alternativa. Da Kid606 a Gtronic, da Popof ai The Oddword, dagli Heretik System a Adriano Canzian, Dolby Anol, I-Robots, Nd Baumecker e Boris dal Berghain di Berlino. Alcuni suoi mixtapes hanno fatto il giro di mezza Europa riproposti in locali e trasmissioni radiofoniche di Spagna, Germania e Francia. La sua ambizione ha portato LaRoboterie ad essere il primo esempio di progetto musicale presente stabilmente in quattro diverse città, Roma, Milano, Bologna e Firenze. Il suo carisma ha trascinato molte persone a seguire gli itinerari e le derive delle singole tappe di quello che, all’alba della quarta stagione, sembra essere uno dei viaggi musicali più elettrizzanti ai quali abbiamo assistito negli ultimi tempI

Alek T
La passione per la musica spinge Alek T ha frequentare corsi di musica e vivere diverse esperienze come batterista rock, in seguito l’amore per il vinile lo porta nel 2002 ha sostituire i piatti da batterista con quelli da dj.
Si affida così alla Scuola Remix, apprendendo con precisione la tecnica di mixaggio attraverso il proprio maestro Freddy K. In questo modo Alek T cura il suo sound, orientandolo verso sonorità electro, breakbeat e techno.
Nel 2004 propone il suo programma radio “Daitarn is a clubber!” su HMB radio e Party Station.
Itinerante per antonomasia, dal 2007 è dj resident de “LaRoboterie” (evento musicale mensile), dal 2008 dj resident del “NodeFest” (festival itinerante di arti elettroniche e digitali).
Suona nei club e nei centri sociali del centro-nord Italia, tra i quali: Forte Prenestino, Strike, Esc, Init, Galleria dei Serpenti, Qube, BigBang (ROMA); Cassero e Crash (BOLOGNA); Sottomarino Giallo (MILANO); Orto Sonico (PAVIA); Crisco Club (FIRENZE); fino a toccare le coste spagnole dove è dj guest nel 2007 e nel 2008 all’ Xtra Club di LLORET DE MAR.
Nel 2010 con i compagni della Node Crew suona al Machine Club di ISTANBUL in Turchia.
Direttore artistico di “Guerrilla” (progetto artistico e musicale).
Nel corso della sua carriera si esibisce anche in altri eventi: Amigdala, Busted, Bear Monday, Elite Project.

Mostra fotografica “Un macello di sangue” di Luca Gaetano

…”Nel pieno della nostra vita edonistica, ostentata e tecnologica, tra gli splendidi monumenti della storia, dell’arte, della religione e del commercio, esistono delle “scatole nere”. Queste “scatole nere” sono i laboratori di ricerca biomedica, gli allevamenti e i macelli: aree separate, anonime, dove la nostra società conduce i suoi sporchi affari fatti di violenza e sterminio di innocenti esseri senzienti. Queste sono le nostre Dachau, Buchenwald e Birkenau. Come i bravi cittadini tedeschi, abbiamo le idee chiare su cosa accade lì dentro, ma non vogliamo saperne nulla.”

Alex Hershaft sopravissuto all’Olocausto nazista (vegetariano)

Lo scopo di quest’opera è quello di fare un po’ di luce sulle innumerevoli forme di dominio e sfruttamento che l’uomo esercita da sempre attraverso la divisione e gerarchizzazione sociale e civile.
Una linea immaginaria, fatta di figure simboliche, foto, citazioni e scritti, cerca di collegare le diverse forme di sfruttamento perpetuate in questa società.
Le abominevoli crudeltà che dall’inizio della civiltà sfoghiamo su ogni essere senziente, come sulle specie animali, torturate, addomesticate, ingabbiate e massacrate in maniera sistematica e matematica; trasformati da soggetti ad oggetti, rinchiusi a miliardi in veri e proprio campi di concentramento, nei quali viene esercitata la più becera caratteristica umana: il più forte che schiaccia inesorabilmente il più debole.
Abituati e assopiti dal fatto che siamo circondati dal dolore e dalla sofferenza di milioni di esseri senzienti, relegati dietro delle mura per soffocare il loro grido disperato.
La stessa cosa che pochi anni fa accadeva all’interno dei manicomi e adesso nei reparti di psichiatria degli ospedali.
Le stesse mura che nascondono la tragedia degli immigrati rinchiusi nei nuovi lager democratici chiamati CIE.
Le medesime che da sempre hanno relegato le donne nelle proprie case e che ora continuano a soffocarle, non più nelle pareti fisiche del dominio patriarcale ma ancora da questo strette nel loro ruolo, che le vuole sempre ad uso e consumo maschile

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